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Come uscire dalla sofferenza bancaria con i giusti consigli

In molti si chiedono come si fa ad uscire dalla sofferenza bancaria in tempistiche ragionevoli, ma soprattutto senza conseguenze. Se una volta raggiungere tale obiettivo era piuttosto complicato e spesso quasi utopico, oggi potrebbero esserci scappatoie percorribili che consentono di tagliare drasticamente l’attesa per la cancellazione.

Tutto ciò è stato reso possibile da alcune interessanti sentenze emanate dalla Suprema Corte di Cassazione, la quale ha offerto una visione nuova sulle numerose infrazioni commesse dagli intermediari finanziari. Sfruttare i suddetti cavilli legali grazie all’aiuto di consulenti esperti, può aiutare i cattivi pagatori a ripulire la propria reputazione senza complicazioni.

 

Perché è importante cancellare il proprio nome dalla Centrale Rischi

Chiunque si trovi nella spiacevole situazione di aver visto il proprio nominativo iscritto nella Centrale Rischi della Banca d’Italia, ha ben presente le difficili conseguenze che ciò comporta. L’impossibilità di compiere qualsiasi operazione finanziaria, il non poter chiedere prestiti, ma soprattutto ritrovarsi con il marchio del cattivo pagatore difficile da lavare via, e questi sono solo alcuni esempi.

Premesso che è sempre possibile tornare ad uno status di normalità previa estinzione del debito contratto (sia esso tramite pagamento dell’intera somma, oppure attraverso l’adozione di soluzioni quali il saldo a stralcio), è bene ricordare che cancellare il proprio nome dalle liste non è mai né immediato, né automatico.

Il cittadino che abbia adempiuto ai propri oneri contrattuali, infatti, deve poi premunirsi di fare immediata richiesta di cancellazione agli organi preposti. Va detto però che la non conoscenza delle normative previste dal testo Unico bancario o dal Codice Civile non gli consentono di farlo nel modo corretto e quindi con scarse probabilità di successo. Tuttavia, anche agendo tempestivamente, è plausibile che possano volerci dai 12 ai 36 mesi affinché le pratiche vengano prese in esame e risolte.

Questo come detto, quando la cancellazione non può essere fatta immediatamente proprio per la conoscenza della violazione operata dalla stessa banca e rappresentanza ben la metà dei casi in circolazione. Un tempo infinito per chi ha bisogno di liquidità immediata.

Riacquisire la propria libertà finanziaria è quindi lo scopo ultimo della cancellazione dagli archivi CR, ma come si fa ad uscire dalla sofferenza bancaria senza impazzire? La risposta semplice è: tramite le conoscenze e le competenze sull’argomento, naturalmente.

Il partner giusto può dirti come uscire dalla sofferenza bancaria

Si è già fatto accenno alle sentenze emesse dalla Suprema Corte di Cassazione inerenti ai presunti inserimenti illeciti nelle liste della Centrale Rischi. In particolare, è stata la delibera 14685 del 13 giugno 2017 a fare chiarezza sullo stato attuale delle cose. L’indagine condotta ha infatti dimostrato come buona parte delle iscrizioni nell’archivio non abbiano rispettato le norme di notifica elementari previste dalla legislatura.

La prassi con cui gli intermediari finanziari, le banche e gli altri istituti di credito devono avvisare l’avvenuto inserimento è codificata negli articoli 1335 e 2727 del codice civile e dice chiaramente che: l’unico mezzo di notifica ritenuto valido per la segnalazione è tramite una raccomandata con ricevuta di ritorno.

Se si è ricevuta comunicazione dell’inserimento del proprio nome nella CR attraverso qualunque altro mezzo, dunque, si ha pieno diritto a richiederne la cancellazione, poiché illecita. Le cose però non sono mai del tutto semplici, per non parlare della burocrazia italiana che tende a complicare ulteriormente qualunque procedura.

Pertanto, la migliore risposta su come uscire dalla sofferenza bancaria velocemente la si può trovare in consulenti capaci e sempre aggiornati. Un valido esempio sono i professionisti di Broker Associati & Partners, i quali posseggono i mezzi, gli strumenti e il know how per delineare una strategia efficiente e sicura.

La situazione finanziaria dell’assistito verrà esaminata nel dettaglio, con un focus attento e scrupoloso su eventuali sentenze o modalità di comunicazione adottate dagli intermediari di turno. Una volta che il quadro sarà chiaro e ben delineato, si potrà elaborare la soluzione migliore al problema e agire di conseguenza.

 

Incaglio e sofferenza bancaria non vanno confusi

Ora che è stata fatta maggiore chiarezza su come uscire dalla sofferenza bancaria, è importante soffermarsi su un punto che tende a generare ancora confusione e ambiguità nei soggetti che non hanno competenze in materia. Tante persone, infatti, confondono l’incaglio con la sofferenza utilizzandoli come fossero sinonimi, ma non c’è nulla di più errato.

Tale sbaglio è imputabile al fatto che entrambi indicano situazioni che hanno come conseguenza l’iscrizione nella Centrale Rischi, ma si tratta di casi ben distinti e dalle ripercussioni molto diverse. L’incaglio è contraddistinto almeno da:

  • un’impossibilità temporanea da parte del debitore di pagare le rate;
  • un periodo utile per corrispondere la somma dovuta che va dai 10 ai 14 mesi

 

Si tratta pertanto della fase antecedente la sofferenza bancaria, che può essere scongiurata saldando entro il lasso di tempo sopra riportato. Qualora non fosse possibile adempiere ai propri oneri, allora si passa allo step successivo, caratterizzato da:

  • un abbassamento della soglia per la segnalazione pari o superiore a 250 euro;
  • un limite di tempo per il saldo di 15 giorni;
  • un’iscrizione permanente negli archivi della Centrale Rischi.

Essere coscienti della propria situazione finanziaria e dei termini corretti da utilizzare può cambiare drasticamente l’approccio ai problemi economici. Bisogna però ricordare che non conviene mai fare tutto da soli, magari affidandosi ad articoli trovati online, video o altre soluzioni fai da te.

 

I campanelli d’allarme a cui fare attenzione

Può capitare a chiunque di finire in sofferenza bancaria, soprattutto visti i lunghi periodi di crisi che stanno mettendo in ginocchio imprese e famiglie da diversi anni. Prima di arrivare a questo punto, ci sono però dei campanelli d’allarme che possono avvertire il soggetto di essere a rischio.

Tra i segnali più comuni che banche e istituti di credito monitorano costantemente per individuare eventuali anomalie vi sono: ritardi nel pagamento delle rate per mutui e prestiti, conti correnti spesso scoperti e versamenti non regolari.

Insomma, quello che mette sull’attenti i mediatori finanziari può e deve essere sfruttato dal debitore per agire in via preventiva. Non è facile trovare soluzioni quando si è in difficoltà economiche, ma il tempo non manca e anche in questo caso l’assistenza di bravi consulenti può rivelarsi determinante.

Broker Associati & Partners vanta un’esperienza di oltre 15 anni nella gestione delle problematiche del debito con più di 12.000 casi risolti con successo. Se si è alla ricerca del professionista ideale, sarebbe saggio visitare il portale dello studio riportato nel link presente in questo articolo per una consulenza personalizzata dopo un primo ascolto della problematica in essere.

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