Sofferenza Bancaria: cos’è e quali sono le possibili soluzioni
Finire in sofferenza bancaria è uno dei problemi di natura economica peggiori che un soggetto privato o un’azienda possano ritrovarsi a fronteggiare. Tale situazione, infatti, non solo rischia di segnare per sempre la reputazione della persona (o del brand), ma comporta anche pesanti restrizioni relative alla richiesta di finanziamenti e, nel peggiore dei casi, la possibilità di vedere i propri beni pignorati.
Si tratta quindi di una condizione estremamente delicata che tuttavia può essere risolta col giusto supporto. In questo articolo verranno affrontati gli aspetti principali che la contraddistinguono, con l’intento di aiutare il lettore ad orientarsi meglio in un argomento complesso e piuttosto tecnico.
Come si arriva in sofferenza bancaria?
La banca DOVREBBE acquisire prove concrete e inconfutabili che un suo cliente è prossimo al fallimento (cioè che non sarà in grado di saldare i propri debiti né ora né in futuro), procede col segnalarlo in sofferenza bancaria alla Centrale Rischi. E’ Questa la condizione assoluta per una segnalazione di sofferenza bancaria (Cif. Cassazione Civile sez. I ordinanza 26 ottobre 2020 n. 23453) ultima di numerose sentenze cristalline sul tema.
Prima di giungere a questo, però, va specificato che esiste un periodo transitorio definito incaglio senza del quale non può essere dichiarato il default. Si può entrare in questo status per differenti motivazioni, le più comuni sono:
- i mancati pagamenti delle rate (di mutui, prestiti o finanziamenti);
- il conto corrente scoperto.
Se l’istituto di credito nota una o più delle suddette anomalie finanziarie, si preoccupa di notificarlo al proprio debitore chiedendo la restituzione di una parte (o tutta) della somma dovuta entro un lasso di tempo ben definito.
In linea di massima, il periodo concesso affinché ciò avvenga va dai *10 ai 14 mesi, durante i quali il cliente viene ritenuto in credit crunch (anch’esso notificato alla Centrale Rischi). Ciò implica l’impossibilità di richiedere ulteriori prestiti alle banche, poiché l’unica operazione ammessa è l’estinzione del debito.
Qualora non si riesca a restituire la somma richiesta, la banca provvederà a raccogliere prove inconfutabili per dimostrare che il cliente è in una situazione di difficoltà economica permanente e pertanto non avrà mai i mezzi per adempiere alla propria parte dell’accordo creditizio. E’ qui che si può parlare e procedere alla segnalazione a sofferenza bancaria nella Centrale Rischi della Banca d Italia, e non prima.
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Cosa significa finire nell’archivio Centrale Rischi?
Quando il proprio nome finisce nell’archivio della Centrale Rischi della Banca d’Italia (costituito dalla somma dei dati di consumatori e aziende provenienti da società sia pubbliche che private) si entra ufficialmente in sofferenza bancaria, ed è qui che la situazione si fa complessa.
Appena il nominativo viene inserito nel database, tutti gli istituti di credito con cui si hanno rapporti finanziari di qualche tipo ricevono una segnalazione immediata che li avvisa della grave condizione economica del cliente, così che possano prendere i dovuti provvedimenti al fine di recuperare eventuali crediti in sospeso.
Si ricorda che la suddetta segnalazione è permanente (a meno di cancellazione), per tale ragione rivolgersi a banche diverse allo scopo di ottenere nuovi prestiti risulterà del tutto inutile, poiché anche queste ultime verranno immediatamente a conoscenza del fatto che si è ritenuti cattivi pagatori.
È a questo punto che la banca creditrice è autorizzata ad agire per vie legali con l’obiettivo di recuperare quanto gli è dovuto. Provvede quindi ad informare il debitore e gli eventuali coobbligati (se esistenti) ad estinguere il debito entro 15 giorni.
Nel caso anche dopo questo lasso di tempo l’importo non dovesse essere restituito, la banca può valutare azioni esecutive in primis la richiesta di ipoteca giudiziale sui beni dei cliente, sui coobbligati, sui garanti o suoi fidejussori, i quali saranno sottoposti al pignoramento di mobili e immobili per un valore sufficiente ad estinguere completamente il debito.
Si può uscire dalla sofferenza bancaria?
Pur essendo una situazione complessa, la sofferenza bancaria non è definitiva e può essere cancellata (o meglio dire rettificata) in diversi modi. Il primo caso, quello più semplice e naturale è pagando l’importo dovuto alla banca entro i 15 giorni da quando viene notificato la richiesta di prossima segnalazione e questo succede a seguito di più inadempienze contrattuali . Ma siamo ancora nella fase pre-incaglio e ben lontani dallo stato di sofferenza. Tuttavia, è la soluzione meno pratica per un debitore, il quale difficilmente troverà l’intera cifra in tempistiche così ristrette.
L’alternativa migliore nella maggior parte dei casi è l’offerta di un saldo a stralcio oppure un piano di rientro ben strutturato e organizzato. Si tratta di un accordo tra creditore e debitore che prevede la stipulazione di un nuovo contratto in sostituzione al precedente. In questo caso viene fissata una cifra inferiore rispetto al debito originale, per dare modo al creditore di pagare immediatamente la somma.
Certo, l’istituto di credito deve accettare la proposta, ma il più delle volte lo fa senza troppi problemi, poiché anch’esso trae maggiore beneficio dall’incasso di una somma inferiore ma immediata, piuttosto che dover affrontare tutto l’iter burocratico (e le relative lunghe tempistiche) che implica la riscossione dei debiti in Italia.
Esiste poi un altro caso, anche frequente, in cui la sofferenza bancaria può estinguersi, ovvero quando il debito va in prescrizione (art. 2934 c.c.). Questo avviene dopo almeno 10 anni ma non è esattamente la più pratica delle strade su cui fare affidamento anche se oggi è davvero alto il numero selle sofferenze bancarie afflitte da questo vizio. Ed le società di recupero credito non te la vengono certo a dire, anzi la tengono ben mascosta come informazione. Era tuttavia doveroso notificarne l’esistenza per un’informazione completa.
A prescindere da qualunque sia la modalità scelta, il soggetto può richiedere la cancellazione e quindi la rettifica del proprio nominativo dalla Centrale Rischi anche senza aver estinto il debito nel caso siano violate le norme che disciplinano la segnalano dello status di sofferenza proprio per la gravità che l’effetto domino può causare su tutto il sistema bancario.
E' questo in assoluto il caso più in voga, ossia l'illegittima segnalazione a sofferenza bancaria a prescindere dal pagamento o meno. E' una vera e propria forzature della banca che non può e non deve essere attuata al solo scopo di ottenere un recupero forzoso e non naturale del credito vantato.
E' qui che si può e si deve intervenire per la rettifica e cancellazione della sofferenza bancaria.
L’importanza di rivolgersi a dei professionisti competenti
Nei precedenti paragrafi è stato evidenziato con chiarezza quanto la sofferenza bancaria sia una situazione davvero articolata e soprattutto delicata. L’unica maniera per affrontarla correttamente è rivolgendosi a figure competenti che possano consigliare il cliente sui migliori percorsi da seguire.
Non capita di rado, infatti, che molte sentenze vengano emesse in maniera frettolosa e sbrigativa, spesso tralasciando importanti aspetti che solo chi ha esperienza è in grado di portare all’attenzione della Corte. Riconoscere questi importanti cavilli può ribaltare il risultato di un processo, arrivando addirittura a rendere il giudizio un vero e proprio illecito.
Le leggi che regolamentano tale tematica sono tante e in continuo aggiornamento, per questo motivo avere al proprio fianco uno studio composto da professionisti del settore del contenzioso e del rating bancario è imperativo. Broker Associati & Partners, ad esempio, è il migliore punto di riferimento per chi si trova in difficoltà economica e non sa come uscirne.
Chiedere aiuto per risolvere un problema così complicato è una scelta saggia che può evitare il default personale o della propria azienda, salvando anni di duro lavoro. Preservare la propria reputazione a livello finanziario e umano è importantissimo, per questo motivo non conviene mai imbarcarsi in una battaglia legale senza un adeguato supporto da specialisti in contenzioso e del rating bancario.
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