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cambiali protestate

cambiali protestate, a cura della gazzetta di modena, 25 marzo 2012

 

Modena, i volti della crisi: le cambiali protestate superano quota 10mila ma  dopo si deve anche provvedere alla "cancellazione cambiali protestate"  cosa fare

È il numero più alto dal 2002. La procedura parte anche per poche decine di euro Il segretario della Camera di commercio: più colpiti privati e imprese individuali

 

Un boom di cambiali protestate, che per la prima volta dal 2002 sfondano nella nostra provincia il muro dei diecimila protesti. È quanto emerge dall’analisi condotta dalla Camera di commercio, su dati dell’Ufficio protesti: una fotografia scattata mensilmente sui mancati pagamenti di assegni, cambiali e tratte, per un’indagine sui titoli cambiari che delinea l’ennesimo aspetto di una crisi che non risparmia privati cittadini e intere filiere. A livello complessivo, gli effetti protestati nella nostra provincia nel 2011 sono stati 11.833, per un importo pari a 28 milioni e 215 mila euro. Numeri pressoché in linea con il 2010, quando gli effetti erano stati in totale 11.686, con un valore di 28 milioni e 606 mila euro. Ma nel 2011, tra gli effetti protestati, appena 1.716 sono stati assegni, 96 le tratte e ben 10.021 le cambiali, queste ultime con una crescita pari al +1,77% rispetto all’anno precedente.

«Se mettiamo a confronto il numero di assegni e cambiali protestate nel biennio 2010-2011, si rileva un incremento delle cambiali e un calo del numero di assegni – commenta Stefano Bellei, segretario generale della Camera di commercio - sempre nello stesso biennio, relativamente all’importo complessivo di assegni e cambiali, emerge invece una situazione opposta: a fronte di un calo nel numero di assegni protestati, si rileva un incremento del valore complessivo. Viceversa, per le cambiali, si assiste ad una diminuzione ».

Difficile, secondo Bellei, individuare ragioni univoche all’origine del fenomeno: «I dati non consentono valutazioni circa le ragioni della tendenza evidenziata – aggiunge - Si può tuttavia ritenere che, nell'utilizzo di assegni e cambiali, rispetto a qualche anno fa la crisi abbia determinato un atteggiamento più prudente da parte delle imprese e dei privati». Numeri alla mano, infatti, l’annus horribilis dei protesti è stato il 2009, quando l’attuale crisi era appena agli albori. In quell’anno, gli effetti protestati hanno addirittura superato quota dodicimila, per un valore record superiore ai quaranta milioni di euro, di cui venti milioni per assegni e quasi ventidue milioni per cambiali. Ma nonostante queste cifre da primato, nel 2009 il numero complessivo di cambiali protestate non aveva sfondato ancora il muro dei dieci mila casi, come successo invece nel 2011. A finire nel registro dei “cattivi pagatori”, singoli cittadini e società che, alle prese con una diffusa mancanza di liquidità, si sono affidati sempre più frequentemente all’antica formula del “pagherò”, salvo poi non essere in grado di assolvere gli impegni. «È difficile fare un'analisi puntuale di quali siano le categorie più colpite da misure di protesti – spiega ancora il segretario della Camera di commercio modenese - Tuttavia, da una verifica sulle domande di cancellazione presentate negli ultimi sei mesi, su un totale di 158 istanze, cinquantasette di esse, cioè il 36%, hanno riguardato società, mentre 101 hanno interessato persone fisiche, intese come privati o titolari di imprese individuali». E se il ricorso alle cambiali può essere letto anche nell’ambito di una normativa che ne consente la cancellazione in tempi più rapidi rispetto a quanto avviene per gli assegni (in cui è necessaria una sentenza di riabilitazione), non mancano episodi in cui le causali del protesto affondano le radici in assegni denunciati come smarriti o rubati oppure in firme non autorizzate. «Gli errori in sede di levata del protesto possono evidentemente capitare – afferma Bellei - A fronte dell'accertamento circa l'effettiva erroneità della levata, è in ogni caso possibile procedere alla cancellazione del protesto stesso oppure alla sua rettifica».

Ma esistono casi di protesti levati per pochi euro? «Succede di vedere cambiali o assegni protestati per un piccolo importo, anche sui cinquanta o sessanta euro, tanto da considerarsi molto meno gravoso delle spese di protesto, che è sugli 80-100 euro, e del costo per la cancellazione, che va da un minimo di 23 euro fino a 120 euro in caso di riabilitazione – conclude il segretario della Camera di Commercio - Accade anche di essere protestati per disallineamenti legati al giorno di valuta. Tuttavia, salvi casi eccezionali legati ad errori, in massima parte, la levata del protesto per pochi euro segue una serie ripetuta di effetti insoluti».

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